Vi è infatti un modo di vivere né tanto buono per meritare subito il cielo; né tanto cattivo per meritare gli eterni supplizi dell’inferno.
Vi sono pene temporali che debbono scontare coloro che non meritarono le pene eterne. Ecco le cause: il peccato veniale, non ancora perdonato almeno quanto alla pena; la vita tiepida e languida che non può assicurare l’ingresso immediato alla visione ed all’unione totale con Dio in Paradiso; la pena dei peccati mortali ancora da scontarsi; le inclinazioni naturali non ancora corrette né dominate.
San Cesario Arl. dice che, se non soffriamo volentieri su la terra, né ci curiamo di fare penitenza, dovremo fermarci in Purgatorio finché
tutto sia soddisfatto,
come si brucia il legno,
il fieno, la stoppa.✨
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♦️-Brevi Meditazioni -
♦️-Giacomo Alberione
https://t.me/FiatVoluntate
❣️✨-"Mio Dio, tante volte ho peccato, ma poi non ho pensato a fare la penitenza.
Eppure so per Fede che Voi nulla dimenticate del bene, ma che anche nulla dimenticate del male.
E’ scritto nel Vangelo:
«Anche di una parola oziosa si dovrà rendere conto nel giorno del giudizio»."-✨
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♦️Esame:
– Ho già fatta la penitenza dovuta ai miei peccati? Oppure mi sono limitato a confessarmi ed a compiere la piccola soddisfazione imposta dal confessore? Commetto ancora peccati veniali? Vivo così fervorosamente da meritare, appena sarò spirato, l’ingresso in cielo?
♦️ Proposito:
– Voglio vincere la mia tiepidezza per accendermi di amore al mio Dio, bruciare qui d’amore, per non ardere nelle fiamme del Purgatorio.
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